domenica

Afghanistan e Iraq, quando la guerra condanna alla cecità

Sono oltre 1100 i veterani che soffrono di gravi problemi agli occhi, sotto accusa anche i danni neurologici
Ivan Castro ha 40 anni, era un paracadutista dell’82esima divisione aviotrasportata dell’esercito degli Stati Uniti. La guerra in Iraq gli ha portato via la vista e oggi Ivan è uno dei 1100 veterani delle guerre in Afghanistan e Iraq che soffrono di disturbi agli occhi più o meno gravi, causati da ferite e lesioni riportate sui campi di battaglia.

Si tratta del numero più alto di danni di questo genere registrati dalla prima guerra mondiale: lo rivela una ricerca pubblicata dal “Survey of ophthalmology”, che sottolinea il devastante ruolo dei milioni di schegge provocate da bombe a frammentazione, granate e proiettili di mortaio.
Le moderne attrezzature, che proteggono gli organi vitali e il cranio, spesso sono in grado di salvare la vita ai soldati o di ridurre il numero di ferite così gravi da richiedere l’amputazione, ma gli occhi restano una parte estremamente vulnerabile, perché gli occhiali protettivi vengono strappati dal viso dalla forza delle esplosioni: nella maggior parte dei casi, un intervento tempestivo dei medici che affiancano le truppe è in grado di risolvere i casi più semplici, con ferite non profonde, ma sono centinaia i soldati che perdono la vista ad uno degli occhi e dozzine quelli rimasti ciechi.

Ma sul banco degli imputati non ci sono solo gli esplosivi: anche i danni al cervello che molti militari registrano possono causare seri problemi alla vista e, poiché la diagnosi di questo genere di patologie neurologiche non sempre è semplice, possono esserci centinaia di soldati con gravi problematiche agli occhi non ancora individuate.
Il numero di veterani colpiti è così alto che i 10 centri di riabilitazione visiva del Department of veterans affairs non sono sufficienti a soddisfare tutte le richieste di ricovero: il dipartimento ha perciò annunciato la costruzione di almeno tre nuove strutture entro la fine del 2010.

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